Non si hanno notizie certe sulla data di edificazione della fabbrica, la cui esistenza è documentata a partire dai primi del Settecento
L’edificio, un tempo denominato “casone” o “casale” e successivamente “palazzo”, venne presumibilmente costruito per mettere a riparo le famiglie di Perano dalla malaria. I signori di Perano erano i Padri Filippini dell’abbazia di S. Giovanni in Venere, che nel casone si erano riservati due stanze per dimorarvi quando si recavano in paese per riscuotere i tributi.
In origine, il palazzo era costituito da un pianterreno e un primo piano al quale si accedeva tramite due scale esterne successivamente rimosse. L’interno è stato totalmente sventrato e ricostruito adeguandolo alle attuali esigenze funzionali, non tenendo però conto dello sviluppo spaziale originario.
Una recente pulitura delle cortine murarie esterne ha uniformato i fronti attraverso il riempimento dei giunti fra i diversi conci e attenuando in tal modo l’eterogeneità del materiale lapideo impiegato.
Il palazzo comunale, un puro rettangolo bipartito orizzontalmente da una semplice cornice marcapiano, delimita a nord ovest la piccola piazza quadrangolare del paese. Al primo livello domina il portale a bugne in laterizio, affiancato da due finestre a sesto ribassato.
Il secondo livello presenta un loggiato a sei arcate a sesto lievemente ribassato scandite da paraste. La sopraelevazione del tetto è un’aggiunta realizzata durante i lavori eseguiti per adibire l’edificio a comune. Tutto il fronte è caratterizzato da una cortina muraria in pietra con sporadiche inserzioni di laterizio, realizzata con bozze e ciottoli interi e spaccati a formare un’apparecchiatura irregolare a ricorsi sub-orizzontali. Alcuni elementi architettonici quali portale, loggiato, paraste, piattabande e cornici sono invece realizzate interamente il laterizio.